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Arieccolo, San Valentino. Love is in the air.
Che palle. Che fastidio.
Tutti quei cioccolatini, quei baci Perugina, quei peluche ad orsetto che abbracciano una scimmietta che abbraccia un elefantino che abbraccia un cuorone con la scritta TI AMO. Le scatole a forma di cuore, i palloncini a forma di cuore, i cuori a forma di cuore.
Madonna.
Tutte queste sdolcinerie da adolescenti quando poi, si sa, la realtà di tutti i giorni è ben diversa. A che serve regalarsi un fiore oggi, quando poi da domani tornerà tutto come prima?
L’amore cambia. Tutto cambia con il tempo. No?
L’innamoramento: ti amo tanto topolino, non io di più trottolina, no di più io. Abbassa tu. No prima tu. No tu. Dai facciamolo insieme. Oddio non ce la faccio. Ahahahah che sciocchino che sei, adoro tutto di te anche i difetti, anzi non cambiare mai ti prego sei perfetto così.
Il fidanzamento: amore vivremo per sempre insieme in una capanna di legno, faremo tanti bambini e ci nutriremo solo del nostro amore. Si che bello, lo voglio.
La convivenza: ti riesce proprio tanto difficile mettere quel caxxo di tappo al dentifricio, vero???
E tu che hai, una paralisi al braccio dopo che hai messo l’idrante nelle braghe che mi lasci sempre la tavoletta alzata, eh???
Il matrimonio: tua madre ha già chiamato 10 volte oggi, e per il compleanno mi ha regalato la macchinetta per fare la pasta a mano. Ci parli tu o devo farlo io?
Dopo svariati anni e svariati figli: dì a tuo padre che la cena è quasi pronta, che magari sarebbe il caso di alzare le chiappe dal divano, che lui una cosa sola fa ed è pure stanco, mentre io qui mi smazzo per tutti. E digli anche che c’è da buttare la spazzatura, che una mano ogni tanto non sarebbe male perché io non sono la cameriera di nessuno. Chiaro???
E allora vedi, a che serve lo svenevole e inutile San Valentino?
Forse a ricordarci l’amore. Forse a dare una chance a quel romanticismo perduto. Che forse forse, a pensarci bene, ne abbiamo proprio bisogno e nemmeno lo sappiamo.
Un gesto, una parola, un pensiero, uno sguardo diverso oggi, nel giorno più stucchevole e detestabile dell’anno, e magari chissà, da domani riusciremo ad amarci meglio.
Dai, che forse ce la possiamo fare.
O no?[:]
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