argentina

DON’T CRY FOR ME ARGENTINA!

Buonos Aires, Argentina ottobre 2016

Lucia Perez, 16 anni, viene drogata (era dedita all’uso di sostanze stupefacenti), stuprata, impalata, sì, avete letto bene, impalata con un bel bastone lungo rimasto nel suo corpo insieme a due bottiglie.

Lucia muore perchè il suo cuore non regge al dolore causato da quella roba ficcata nel corpo come fosse un bidone della spazzatura.

Nonostante le orribili prove portate dal P.M.donna, i giudici maschi hanno ritenuto Lucia consenziente, tanto che i tre carnefici vengono assolti per stupro e omicidio e vengono condannati solo per la vendita di droga.

L’assoluzione ha scatenato proteste gigantesche, non solo in Argentina. In Italia l’eco è stata scarsa.

Direte voi: perchè per noi non è una novità.

Anche Desiree Mariottini, per esempio, sempre 16 anni, fu drogata e violentata, sempre a ottobre, nel 2018 a Roma e due dei tre assassini restano in carcere solo per droga.

Vale lo stesso discorso: la vendita di droga è un reato più grave dello stupro seguito dalla morte? Pare di sì, anzi lo stupro viene declassato ad abuso sessuale.

E l’omicidio? Non c’è stato. In poche parole non la volevano uccidere, la volevano solo macellare,  volevano  solo divertirsi a modo loro, come è successo con  Lucia.

E come Lucia, Desiree è colpevole di non aver avuto una fibra robusta da poter resistere alle violenze, nonostante le forti droghe somministrate.

E’ vero… deve essere così. Le foto delle due ragazze dimostrano inequivocabilmente la loro fragilità corporea, troppo minute per quei bestioni. Quindi il sottinteso filo “se l’è cercata” si allunga fino ad avvolgere la colpevolezza omicida degli assassini. L’ultimo respiro di queste piccolissime donne è avvenuto per loro volontà, in pratica un suicidio.

Niente di nuovo sotto il sole, quindi.

No, Eppure un piccolo raggio illumina questa notizia di pochi giorni fa:

IL TRIBUNALE PENALE DI BUENOS AIRES HA MESSO SOTTO INDAGINE I GIUDICI DEL PROCESSO LUCIA PEREZ

Qualcosa si muove in Argentina

Silvia Ovis

Sono una bipolare. Quando sto in fase up scrivo cose allegre, cazzeggio e mi diverto un sacco. Quando sto in fase down scrivo roba da siringa al braccio e sto a letto. Con voi ovviamente condivido solo le prime.

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Silvia Ovis

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