E poi ecco, arriva lui, in groppa al suo cavallo bianco: i capelli scompigliati dal vento, il mantello rosso come la passione appoggiato a quelle spalle forti e possenti, le mani delicate e decise che reggono le redini con sicurezza perché lui, il Principe Azzurro, sa che direzione dare al cavallo e lo guida con delicatezza e fermezza. È venuto a salvarti.
Sì sì, tutto molto bello, tutto molto romantico. Peccato che sia tutto così noioso, visto e rivisto, in una parola: anacronistico! Se si potesse sentire l’odore di tutto questo, si sentirebbe odore di muffa. E comunque, prima di poter salvare qualcun altro, il Principe Azzurro dovrebbe cominciare a salvare se stesso. Perché il Principe Azzurro è uno pieno di problemi.
Chi non ha visto il film “Biancaneve” di Walt Disney? Il nostro eroe arriva in un bosco e vede una ragazza circondata da nanetti piangono perché lei è Biancaneve, è bellissima ed è morta. Morta. E lui che fa? La bacia! Ma che si bacia un cadavere solo perché è quello di una bella ragazza?! Ma ci si può davvero fidare di uno così? Uno che va in giro a baciare le morte perché troppo belle per non farlo? E il Principe Azzurro di Cenerentola? Che il giorno dopo non la riconosce perché non è più in ghingheri? Ma ci hai ballato tutta la sera e non sai che viso ha?! Ma che stavi guardando? Le tette?!
Caro Principe Azzurro fai un tuffo nella realtà. Modernizzati. Aprirci la portiera della macchina è ancora un gesto carino, ma se devo scegliere preferisco che tu sappia usare la lavatrice, che riempia e svuoti la lavastoviglie, che non mi chieda dove sono i calzini perché i tuoi calzini li hai messi via tu. Caro Principe Azzurro, non sono tua madre.
E poi le donne di oggi si salvano da sole. Abbiamo dimostrato di sapercela cavare in ogni occasione perché sono millenni che cercano di schiacciarci, ma troviamo sempre il modo di rialzare la testa. Abbiamo dimostrato che non ci serve qualcuno che ci salvi ma qualcuno sano di mente che faccia la strada al nostro fianco. O eventualmente insieme sul cavallo…
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