Amiche, sì, anche se al terzo mojito…

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amiche

Amiche nonostante tutto. Però…

Ore 23,50. Dopo: un viaggio devastante Milano- Torino, giornataccia in ufficio, cena con figlio che ha esaurito il credito sul cell ed avanza caute richieste di ripristino.
Come rendere perfetta la serata?
Nessun uomo all’orizzonte. Dai, mi guardo qualche puntata vecchia di Dexter, in inglese con sottotitoli, così mi esercito ed evito di assumere un aspetto infelice durante le riunioni con i colleghi.
Ecco, letto, cuscinoni, pigiamino di seta, gatti che mi ronfano sulla gamba, pc…
Telefono che squilla.
No, non è un corteggiatore… è l’amica.
Una delle molte amiche che sa benissimo che può chiamarmi quando vuole, se proprio è in crisi, e stasera lo è.

Testo della telefonata (call, per gli inglesi):
– È un bastardo!
– Ciao Sonia, deduco che stiamo parlando di Pier…
– Stronzo e bastardo!
– Sonia, tanto sua moglie non la lascia, te lo diciamo sempre.
– Ma se aveva già parlato con l’avvocato, è lei che non gli concede la separazione (tono da angosciata)!
– Cacchio, Sonia, non so più in che lingua (language) dirtelo: in Italia non “si concede” la separazione, se uno si vuole separare lo fa e basta, si distingue solo tra consensuale e giudiziale…
– Che palle, Gabri, non fare il legale con me, si vede che lo ricatta emotivamente…
– Cretina! Non lo lascia! E comunque, perché è un bastardo?
– Si, ecco, aveva promesso che sarebbe venuto da me domenica scorsa, ma non si è fatto vivo, lo cerco per due giorni e tiene il cellulare spento, poi la segretaria, stronza, non me lo passa, che zoccola, e poi lo becco e mi fa tutto il sostenuto, che non può parlare, con un tono… e da oggi alle due non mi ha ancora richiamato!
– Sonia, mi sa che siete arrivati al capolinea… (the end of the way…).
– Non è possibile, ti ricordi com’era carino a luglio, quando abbiamo fatto quel week end al mare, che mi ha pure regalato l’anello…
– No cara, non l’anello, ti ha dato un anello, e glielo avevi chiesto tu…
– Vabbè, un anello è un anello, no?

Non ce la posso fare. Sonia normalmente è un’oculista con megastudio galattico, in ospedale la venerano, i clienti l’adorano.
Ma quando si tratta di Pier (amante spot da tre anni) diventa una decerebrata, angosciata.
– Senti cara, mi dispiace, ma stai parlando di più di sei mesi fa… quante volte vi siete visti, dopo?
– Tre… Quattro… No, forse non quattro….
-Ti sta lasciando, Sonia. Non cercarlo più, almeno escine con dignità, per favore (please).
– Non lo so, magari hai ragione, o magari c’è un motivo…
– Ci vediamo domani sera, per un aperitivo (drink)? Così ne parliamo.
– Sì, grazie, forse nel frattempo mi richiama e ti so dire…
– ….(non ce la faccio più) Vabbuò, ciao.

Guardo il gatto, che mi guarda e strizza gli occhi verdi. La gatta invece è schifata e non commenta.
Guardo quel figo di Dexter sullo schermo, mentre gli restituisco movimento e parola (in english).
So che la povera Sonia non dormirà. E domani sera comincerà a piangere dopo il terzo mojito.
Ed io mi chiederò perché diavolo non sono con gli altri a strafogarmi di brasato…

In affettuosa memoria di Prozac, il mio bellissimo micio con gli occhi verdi che non c’è più.[:]

redazione Syndrome Magazine

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