La coppia ‘auto-radio’ è una coppia di fatto per me, indissolubile come il più sacro dei matrimoni.
E la condizione ‘io-mia figlia-l’auto-la radio’ è una dimensione talmente quotidiana che mi fa pensare che forse dovrei iniziare a pagarci la tassa sulla seconda casa. So che questa dell’ ‘auto-radio-figli’ è una condizione comune, di una normalità quasi banale.
E a rendere il tutto ancora più comune e condivisibile da quasi la metà dei lettori di queste righe, dirò anche che mia figlia si ferma sempre sulle una stazioni radio che trasmettono Fedez.
Ma quanto è grande la capacità di sopportazione di noi genitori?
E fin dove dobbiamo concedere la libertà di espressione ai nostri figli?
Questa libertà deve includere Fedez?
Me lo chiedo, ce lo chiediamo.
Domande che mi portano in una mia dimensione di apnea di parole e note.
È solo così che posso sopportare il suo canticchiare.
Oddio, canticchiare…
La certezza di aver sbagliato la pedagogia musicale con lei si fa chiara quando mi rendo conto che la canta…,
tutta…, alla perfezione: minuti di scoraggiamento che sembrano eterni.
“Se ci tieni alla festa di carnevale con i tuoi compagni a casa nostra, smetti di ascoltare Fedez”;
un pensiero che mi passa per la testa e che mi sembra l’approccio educativo più efficace, sicuramente il più facile e veloce.
Del resto il ricatto è stato lo strumento più usato dai nostri genitori per una buona metà della nostra “educazione” (?);
l’altrà metà era fondata sulla menzogna: ma chi ci ha mai creduto a quella storia della forza degli spinaci di Braccio di Ferro? Dai…
E sul finir del pensiero, finisce anche la musica; mia figlia cambia stazione e…
– “Caspita! Quella è ‘Mamma Mia’ degli Abba!”
Lo penso ma non lo dico e aspetto che lei scelga un altro brano: è la dura accettazione della libertà di un figlio.
E senza alcuna speranza mi preparo ad altri minuti di apnea.
E invece sento: “uuuuh mamma!!”
– “Ma come ‘uuuhh mamma’ ?! ma che succede?”
Non lo so; vedo mia figlia che alza il volume al massimo a appena arriva il ritornello attacca a squarciagola:
“Mamma mia, here I go again
My my, how can I resist you?
Mamma mia, does it show again
My my, just how much I’ve missed you?”
Mi giro lentamente e la guardo incredula.
Ma quando lo ha imparato il testo? Ma come? Ma dove?
Evidentemente gli Abba hanno ancora i loro argomenti senza tempo, hanno sfoderato il loro attacco e sconfitto il nemico Fedez, tanto che ormai, a veder mia figlia cantare in quel modo mi viene da dire: ‘ma Fedez chi?’
Inizio a cantare con lei, è ovvio, mentre raccolgo questo schiaffo morale che mia figlia mi dà, uno dei tanti, in realtà.
E imparo la lezione che mi insegna:
il lato oscuro della forza è diffuso e fortissimo, ma se nasci Jedi devi arrenderti al destino della forza che è in te.
“My my, how can I resist you?”
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