[:en]Aeroporto di Torino, 14 febbraio 2017 ore 17.00
Arrivo al Gate trafelata come mi succede sempre quando devo prendere un volo (come fa la gente a lamentarsi di ore ed ore di attesa in aeroporto, quando io a malapena riesco a salire sulla navetta che mi porta all’aereo? Ma che aeroporti frequentano?).
Mi metto in fila per il controllo documenti, sono praticamente ultima, trolley tra le gambe, borsa in una mano, sacchetto con regalo arrotolato nell’altra, portafoglio tra pollice e mignolo per cercare di sfilare con i denti la carta di imbarco.
All’improvviso vengo avvolta da un profumo intenso di uomo “hoappenafattoladocciaemessoildeodorante” e una voce maschile profonda, più trafelata della mia, attira la mia attenzione.
Mi volto e dietro di me è arrivato un uomo alto, affascinante, completo grigio, cravatta Marinella, scarpe lucidissime, una specie di Richard Gere, ma meno sexy.
Incrociamo un secondo i nostri sguardi, e mi rendo conto di non essere proprio la cosa più attraente, carica come una mula e con i documenti tra i denti, quindi faccio per voltarmi quando lui mi sorride, prende il telefono e chiama:
“Pronto Amore, si ce l’ho fatta, sono al Gate. Una fila lunghissima in tangenziale, il tassista ha fatto tutto in preferenziale o perdevo il volo. … Si, anche per me è stato bellissimo… Neanche io avrei voluto lasciarti, credimi. Certo che lo faremo più spesso. … Te lo prometto. Anch’io ti amo.”
Al “ti amo” mi rigiro istintivamente, mi cade il portafoglio, ma per fortuna non mi sta guardando. No, riprende il telefono e chiama nuovamente:
“Pronto Amore, si ce l’ho fatta, sono al Gate. Una fila lunghissima in tangenziale, il tassista ha fatto tutto in preferenziale o perdevo il volo. Certo… Pure io… Come stanno le bimbe? E tu? Bene, sarò a casa per la nostra cenetta”.
Il tizio che controlla i documenti mi chiama ad alta voce e mi fa cenno tre volte prima che io capisca che devo togliere la carta d’imbarco dalla bocca e darla a lui, torno alla realtà e percorro il tunnel fino al mio aereo, stretto nella mano il regalo di San Valentino per il mio Fuffy.
Che meraviglia l’amore.[:it]Aeroporto di Torino, 14 febbraio 2017 ore 17.00
Arrivo al Gate trafelata come mi succede sempre quando devo prendere un volo (come fa la gente a lamentarsi di ore ed ore di attesa in aeroporto, quando io a malapena riesco a salire sulla navetta che mi porta all’aereo? Ma che aeroporti frequentano?)
Mi metto in fila per il controllo documenti, sono praticamente ultima, trolley tra le gambe, borsa in una mano, sacchetto con regalo arrotolato nell’altra, portafoglio tra pollice e mignolo per cercare di sfilare con i denti la carta di imbarco.
All’improvviso vengo avvolta da un profumo intenso di uomo “hoappenafattoladocciaemessoildeodorante” e una voce maschile profonda, più trafelata della mia, attira la mia attenzione.
Mi volto e dietro di me è arrivato un uomo alto, affascinante, completo grigio, cravatta Marinella, scarpe lucidissime, una specie di Richard Gere, ma meno sexy.
Incrociamo un secondo i nostri sguardi, e mi rendo conto di non essere proprio la cosa più attraente carica come una mula e con i documenti tra i denti, quindi faccio per voltarmi quando lui mi sorride, prende il telefono e chiama:
“Pronto Amore, si ce l’ho fatta, sono al Gate. Una fila lunghissima in tangenziale, il tassista ha fatto tutto in preferenziale o perdevo il volo. … Si, anche per me è stato bellissimo… Neanche io avrei voluto lasciarti, credimi. Certo che lo faremo più spesso. … Te lo prometto. Anch’io ti amo.”
Al “ti amo” mi rigiro istintivamente, mi cade il portafoglio, ma per fortuna non mi sta guardando. No, riprende il telefono e chiama nuovamente:
“Pronto Amore, si ce l’ho fatta, sono al Gate. Una fila lunghissima in tangenziale, il tassista ha fatto tutto in preferenziale o perdevo il volo. Certo… Pure io… Come stanno le bimbe? E tu? Bene, sarò a casa per la nostra cenetta”.
Il tizio che controlla i documenti mi chiama ad alta voce e mi fa cenno tre volte prima che io capisca che devo togliere la carta d’imbarco dalla bocca e darla a lui, torno alla realtà e percorro il tunnel fino al mio aereo, stretto nella mano il regalo di San Valentino per il mio Fuffy.
Che meraviglia l’amore.
[:]
Leave a Reply