Ma quanto sono belli, intelligenti, forti, premurosi eppure inarrivabili i maschi nelle pubblicità?
Troppo per essere veri. E infatti non lo sono. I maschi nelle pubblicità sono un’accozzaglia di luoghi comuni. Mi viene un solo pensiero quando li vedo: benvenuti nel club.
Certo che per venderti qualcosa ti farebbero credere la qualunque.
E i “creativi” ci provano. Davvero:
solo se usi quel profumo, avrai bellissime donne ai tuoi piedi (letteralmente);
solo se guidi una certa auto, avrai avventure fantastiche (e poco importa se la maggior parte del tempo la passerai fermo nel traffico);
solo se darai una certa merendina ai tuoi pargoli, sarai un bravo papà (di figli malnutriti);
solo se…
Perciò rassegnati, caro maschio, perché da quando hanno capito quali sono i tuoi tasti da schiacciare per condizionarti come un burattino, anche tu non hai più avuto scampo: benvenuto nel club del “sei una persona fantastica solo se”.
E so di cosa sto parlando perché noi donne ne facciamo parte da millenni: secoli di tentativi per farci perdonare peccati che nemmeno abbiamo commesso, ma che alcuni “creativi” storici hanno manovrato ad arte.
Ed ora anche tu devi essere un bravo sciupafemmine, un bravo marito, un bravo padre, un bravo guidatore, un bravo bevitore, un bravo sportivo, un bravo…
E così siete passati dall’essere attirati da uno stereotipo femminile che vi faceva sentire veri maschi ad essere voi stessi stereotipi per essere veri maschi.
Chissà, forse vi toccherà fare i suffragetti per liberarvi dalla costrizione del ruolo prestabilito.
Ma forse il problema è che quando la legge la fa il mercato, il compratore deve essere messo nella posizione di possedere per sentirsi all’altezza.
Ma se poi si sente all’altezza e smette di comprare? Allora bisogna sempre farlo sentire inadeguato. E la pubblicità ci riesce benissimo.
Perciò, caro maschio, ti auguro di accorgerti presto che la pubblicità non è quello che sei o quello che devi diventare, ma quello che non devi essere per essere una persona migliore.
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