Vogliamo parlare dei centri commerciali durante il periodo di Natale? No, dico, lo vogliamo sfondare, questo muro di omertà?!
Sembra di piombare nel quartier generale dei servizi segreti.
L’altro giorno dovevo comprare una maglietta, mi sono sentita una criminale.
Innanzitutto, come entri si stagliano quei tre/quattro gorilla incravattati, addestrati formalmente in un’attività militare di base fortemente intimidatoria: guardare brutto.
Ti squadrano e ti fanno sentire sbagliata, in difetto. Oddio, perchè mi guardano? Che c’ho? Che ho fatto? So’ strana? Sembro sospetta? Beh, si sa infatti, che chi va al centro commerciale non deve essere un cavolo di buono. Come dev’essermi venuto in mente?
E non pensare di andartene in giro bella bella con la borsetta, di sicuro l’arrafferanno e ci guarderanno dentro con qualsiasi scusa. E’ una tentazione irresistibile.
E non puoi nemmeno andare in giro in un negozio con la busta di un altro: il blitz te la farà sigillare tutta dopo mezzo secondo. Spera di non aver comprato una pianta, perché, per quando arriverai a casa, avrà già esalato l’ultima fotosintesi e scritto le sue ultime volontà con la linfa sulle pareti laterali.
Se incontri un amico e ti chiede: “Ciao! Come stai? Che hai comprato di bello?”, indicando la tua busta, ti viene da rispondere: “Boh! Non me lo ricordo. Me l’hanno chiusa tre quarti d’ora fa. E poi, a dire la verità, non te lo posso dire. Daremmo troppo nell’occhio. Tu invece cosa hai comprato?”
“Mah niente, sono stato al Mediaworld, ma non mi hanno fatto imbarcare, che non avevo il passaporto”.
Al che, salutato l’amico curioso, arrivi di fronte al negozio che cercavi e incontri una all’ingresso che saluta tutti. Fa solo quello. E’ subdola, perchè pare caruccia, ma di base anche lei ha la missione de farti rigare dritto. Il problema è che saluta chi entra e chi esce contemporaneamente, con questi inquietanti risultati: “Buongiorno! Arrivederci! Salve! Benvenuti! Buona giornata! Arrivederci! Arrivederci! Benvenuta!”
Al che, ti fa già male la testa, prendi due gocce di Xanax, cerchi velocemente la maglietta che volevi, perchè non vedi l’ora di tornare al porto sicuro della tua dimora, ma ovviamente non c’è la taglia, allora devi chiamare il commesso.
Lui prontamente: “Mi attenda un attimo, controllo in magazzino.”
Al che, t’aspetti che muova il culo e vada da qualche parte. Macché! Rimane davanti a te, fissa paurosamente il vuoto, si pigia l’orecchio e fa un collegamento diretto con AlQaeda: “Gianni, ascoltami bene. Articolo FX503/778wwwwhxh, taglia L… E’ disponibile?”.
Poi, dopo due minuti, mi guarda con fare sconsolato: “Mi dispiace, l’abbiamo esaurito. Possiamo provare a collegarci direttamente con il fornitore per sapere quando arriva. Oppure abbiamo un articolo identico, ma in acrilico… Se vuole, mi ricollego col magazzino…”
Al che, esasperata: “Oh, 007! So’ venuta a comprà ‘na maglietta! Se ce l’hai, bene, sennò ciao!”.
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