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Elenco dettagliato dei vari tipi di riporto ancora in auge:
A nido di cicogna. Visibile unicamente se ci affacciamo alla finestra, spesso provvisto di forfora oviforme e voloni che cippano.
A criniera di Pony. Sovente di colore urinaceo, apparentemente folto, utile ai velisti per ottenere la netta indicazione della provenienza dei venti. Tale riporto parte dall’attaccatura superiore dell’orecchio; talora viene rimpolpato anche dalla basetta e dai peli del foro auricolare, cerume annesso, per dare l’effetto fumé.
Alla Maldini o alla Mosè. Capelli con la divisa nel mezzo a spartiacque, acconciati a guisa di vulva ieratica di coubertiane memorie, appuntati alle orecchie con le mollette dei panni o fissati con l’aiutino della brillantina sebacea. Resistente alle intemperie.
Alla duetto. Spesso trattasi di peli dorsali e/o perianali incollati sulla fronte col mastice per protesi dentarie.
Alla graffitaro. Detto anche ‘alla Bruno Vespa’. Trattasi di capelli riprodotti tramite bombolette spray, che ricoprono la calotta con moquette idrorepellente da albergo a una stella (ocio, costa poco e non è ignifuga). Si consiglia di cospargere il risultato ottenuto con un potente acaricida e di revisionare il capo col luminol, se siete teste di caso.
Alla Girella Motta. Trattasi di ciuffo chilometrico arrotolato sulla sommità del capo (detto anche alla cacata di mucca, a seconda della nuance). Se pizzichi l’estremità e tiri, rischi di srotolare un budellino che arriva a fine colon.[:]
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