Si sa.
Natale è Natale.
Così come Pasqua è Pasqua, Ferragosto è Ferragosto e Donald Trump è un capellone.
(o qualsiasi altra parola che inizi per “c” e finisca per “one”)
Ma in nessuna occasione, come a Natale, si sente l’urgenza di dire che è Natale.
Più forte della pipì in punta dopo 3 litri di Uliveto, a Natale devi dirlo, che è adesso è Natale.
Esattamente come la vicina, la maestra di tuo figlio, tua zia da Termoli, il Presidente del Consiglio, il Papa, le mammine degli spot e tutti gli stramaledetti amici degli stramaledetti social che ti ripetono senza sosta che “è Natale”.
Soprattutto se è il 5 novembre.
Un Natale obeso, passato dal peso-forma di uno-due giorni tra il 24 e il 25 a una pinguedine che imperversa tremolante per quasi due mesi.
Natale è Natale per tutti.
Per i grattacieli della 5th Avenue e le baracche di Soweto.
Per le mamme felici e le zitelle incarognite.
Per la modelle di Victoria’s Secret e le commesse del discount coi cappelli rossi e bianchi, pon pon e lucette (….oddio, le lucette) intermittenti.
Natale è Natale, per tutti.
Ma non è vero.
Perché se sei ricco e amato, passi il Natale a fare selfie e ti scordi Natale.
Se sei ricco e stronzo, passi il Natale con gente che non ti piace (tipo te).
Se sei normale e infelice, passi il Natale ad augurare sfighe a chi è felice.
Se sei normale e felice, passi il Natale in barella in corsia.
Se sei povero e ottimista, passi il Natale a rallegrarti del topo arrosto.
Se sei povero e pessimista, passi il Natale a inveire contro il topo arrosto.
E se sei il topo arrosto, che ti frega che è Natale?
Ma sono tutte sciocchezze, si sa…
“Perché il Natale è per i bambini.”
….
Chi?
I bambini!?
Quei mufloni con le palle degli occhi sciolte negli smartphones?
Quelle carognette che si ammalano sempre (SEMPRE) quando stai per uscire per andare al cenone e dopo che ti sei docciata e truccata e vestita a prova di critica di suocera/cognata figa/ cugina acida?
Quegli stronzetti che, se strappandoti un rene, gli regali Assassin’s Creed BlackFlag e NON Assassin’s Creed Origins, ti giurano vendetta (e l’avranno, perchè ti beccheranno un WA compromettente e faranno candidamente naufragare il tuo matrimonio, dato che saranno creduti all’istante perché -si sa!- sono bambini)?
‘Quei’ bambini?
No, ai bambini non frega nulla del Natale.
Gli frega dei regali, di Natale.
E gli frega di far finta che gli freghi di Natale, per avere i regali di Natale.
Perché Natale è Natale.
Anche se nessuno è più buono, nessuno passa il Natale facendo opere di bene, nessuno dice ‘ehi dai, diamo i soldi dei regali ai più poveri’, nessuno va alla Messa di Mezzanotte per pregare, nessuno rinuncia al cenone per star fermo con il compagno della sua vita a pensare che dono meraviglioso abbiamo, ad averci l’un l’altra.
Ma allora, perché arriva Natale??
Per un solo motivo.
Perché la tua mamma possa dirti: “È Natale”.
E tua nonna, scambiandoti per suo marito, possa dirti “È Natale”.
E la tua vicina, alla riunione di condominio, si eviti la rottura del setto nasale perché “È Natale”.
E il collega alticcio, al pranzo aziendale, che si permette di allungare le mani, lo lasci fare perché è un figo della madonnAh No, “È Natale”.
Perché uno che non senti dall’assedio di Costantinopoli ti chiami per dirti “È Natale”.
E il tuo dentista ti porti la parcella ma solo per dirti “È Natale”.
E il tipo del call center ti chiami per dirti “È Natale”.
E il cingalese ti rifili 85 rose solo per dirti “È Natale”.
E, un mese prima, vengano i parenti da Crotone per dirti “È Natale”.
E, tre settimane prima, i parenti da Vicenza per dirti “È Natale”.
E, due settimane prima, i parenti da Lugano per dirti “È Natale”.
E tutti si fermino fino a Natale, per dirti in coro “È Natale”.
E un pazzo drogato, con le croste in faccia. l’alito da necropoli, senza più amici parenti genitori zii e nemmeno uno stalker che pensi a lui, ti possa fermare afferrandoti per il bavero della giacca e scrollarti come un fantoccio, solo per dirti “È Natale”.
E affinché, dopo 50 giorni di gente che dice “È Natale”, tu possa guardare l’ultimo che ti dice “È Natale”.
E rispondergli: “Ho capito, cazzo.”
Quindi, visto che tra poco è Natale, abbiamo pensato di fare un libro di Natale sulle sindromi di Natale.
Cosa sono le sindromi di Natale?
Lo sapete cos’è una sindrome?
Lo sapete cos’è Natale?
Ecco: quelle.
Per ogni sindrome, troverete la definizione, uno o più articoli dal nostro sito syndromemagazine.com e la possibile terapia.
Insomma, come il nostro primo libro “Syndromi A Caso”, che avrete sicuramente comprato.
E, se non lo avete fatto, fatelo.
Perché fa molto ridere. E sappiamo dove abitate.
Ma sono tutte sciocchezze.
Il vero obiettivo di questo libro è di scrivere “Natale” su ogni pagina almeno una volta.
Perché Natale è Natale.
E allora, buon Natale.
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