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Le prime avvisaglie si hanno a fine ottobre: ancora non ci si è abituati al ritornello del “Dolcetto o scherzetto?” che già nelle vetrine dei negozi si intravedono le tracce di quella che poi diventerà un’orgia di Babbi Natale, palline colorate e musichette riprodotte in loop che al terzo ascolto ti rendono simile a Jack Nicholson in Shining.
I primi giorni di novembre iniziano a comparire sui terrazzini le luci intermittenti, che in casi di particolare esibizionismo fanno sembrare la casa come l’ingresso del Cocoricò e provocano crisi epilettiche ai passanti.
A fine novembre, il disagio inizia a prendere forma: quella di una specie di enorme Tetris formato da scatole di panettoni e pandori che troneggiano al centro del supermercato. Ci siamo: inizia il delirio natalizio, quel punto di non ritorno tra euforia e crisi isterica fatto di overdose di cibo, pacchi da incartare, paranoie per i pranzi interminabili con i parenti e per i chili di arachidi che si finiranno per ingurgitare con il rischio di trovarsi il 7 gennaio con la circonferenza vita grande come l’Equatore.
A inizio dicembre, la svolta risolutiva: “Quest’anno compro tutti i regali in anticipo”. Non ci credete nemmeno voi ma si sa, con l’avvicinarsi del Capodanno i buoni propositi vanno di moda. E difatti, il largo anticipo si riduce all’antivigilia di Natale, tenendosi ancora buono il pomeriggio del 24 per le emergenze. Strade del centro e negozi sembrano gironi infernali e dopo un’ora di giri a vuoto l’umore inizia a vacillare con una scala di gradazioni stile Fantozzi dopo aver trangugiato il tordo intero. Si parte con il livello Grinch e un bonario odio per il genere umano, in perfetto mood natalizio da “Volemose tutti bbbene”.
Alla seconda coda di mezz’ora per pagare alla cassa, scatta il livello Babbo Bastardo: un profondo desiderio di mandare tutti affanculo, la gente, i regali e pure Babbo Natale e gli elfi e annegare la frustrazione in una bottiglia di gin. Il livello di allarme scatta quando si entra da Tiger, che ha la parvenza di un immenso sciame d’api. A quel punto, dopo aver realizzato che l’unico modo per fare acquisti in pare sarebbe piazzarsi al centro del negozio e urlare “Allah u akbar”, si raggiunge pericolosamente il livello Kim Jong-Un con tentazione di scatenare un attacco missilistico. Volendo evitare di passare il Natale in galera, vi incamminate mestamente sulla via di casa. Entrate, vi piazzate davanti allo schermo del pc e ricorrete all’unico modo per sopravvivere a questo mondo difficile oltre a consultare il sito di Salvatore Aranzulla: Amazon Prime.
Ok, quest’anno è andata così ma giuro che l’anno prossimo mi muoverò in anticipo per comprare i regali. Online.
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