È rimasta due ore seduta sul marciapiede in attesa prima che il marito – che l’aveva dimenticata all’autogrill – tornasse a prenderla.
Ai giornalisti ha raccontato: «Non riuscivo a salire sulla moto, quindi ho aspettato che mio marito facesse manovra, come fa spesso: gira, va fino a bordo strada e poi io salgo».
Invece lui è ripartito da solo.
«L’ho chiamato urlando – aggiunge Patrizia – ma invano. Mi sono detta: tornerà appena non mi sente».
Ha percorso 40 chilometri in moto come se nulla fosse prima di accorgersi dell’assenza del passeggero. Quindi, ha chiamato i carabinieri disperato, convinto che la moglie fosse caduta.
Invece Patrizia era sana e salva.
Magari incazzata come un’ape, ma sana e salva.
È servita un’ora prima che moglie e marito riuscissero a parlarsi al telefono.
E provate a immaginare quali siano state le prime parole che ha rivolto al marito…
«Ero davvero basita, incavolata nera. Nella vita mi è successo di tutto ma una cosa così mai. Lui era preoccupato. Continuava a chiedermi se stessi bene. Ha detto che sarebbe tornato subito a prendermi e così mi sono seduta per terra ad aspettare per un’altra ora. Quando è arrivato gli ho detto solo una cosa: portami a casa. Ha passato la serata a chiedermi perdono, ha giurato che farà attenzione».
E adesso proviamo a immaginare i dialoghi fra moglie e marito una volta a casa…
«Amore, scusami…».
«Non parlarmi, sono incazzata nera».
«Non mi sono accorto… È che tu sei così leggera…».
«Non salirò mai più sulla tua moto del cazzo».
«Me ne sono accorto subito, ma ormai avevo imboccato l’autostrada…».
«Ma se hai fatto 40 chilometri?!!!».
«Sono tornato subito da te…».
«DUE ORE SU QUEL CAZZO DI MARCIAPIEDE mi hai fatto passare!».
«In effetti, 40 chilometri senza sentirti parlare dovevano insospettirmi….».
«Sei un CRETINO! Non aggiungo altro!».
E anche stasera si tromba domani.
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