L’ 8 Marzo è la Festa della Donna.
Non stiamo qui a ricordare per l’ennesima volta gli antefatti storici che veicolano il vero significato di questa ricorrenza, quello che la mortifica realmente non è solo l’assenza di memoria. Sono le modalità di festeggiamento che la rendono terrificante.
L’8 Marzo viene festeggiato principalmente in tre modi:
- Modalità light: il maschio di casa regala la mimosa alla propria compagna. I più generosi vanno dal fiorista, i più taccagni girano per i semafori alla ricerca del cingalese con il mazzo di mimose a due euro. La donna infila la mimosa in un barattolo di Nutella vuoto riempito con tre dita d’acqua e tutti, incluso il gatto, iniziano a starnutire ripetutamente. L’8 Marzo è in sintesi il giorno in cui uomini e donne si ricordano che la mimosa ha una puzza insopportabile.
- Modalità soft: uscita con le amiche. Jeans e maglioncino lamè, per dare un tocco di trasgressione, pizza a buon mercato, chiacchiere da parrucchiere. Momento più emozionante della serata: quella che si è scolata tutti i limoncelli delle astemie del tavolo perde il controllo. Inizia ad attirare l’attenzione del cameriere salendo in piedi sulla sedia e improvvisandosi cubista twerkando sulle note di “Vitti na crozza”. Rientro a casa ore 23:00. Tre selfie tristi al tavolo con i rossetti sbiaditi e i piatti con le croste di pizza avanzati da pubblicare su Instagram.
- Modalità hard: uscita in locali con spettacolo dal vivo. Donne in estasi ballano, schiamazzano e urlano le peggio porcate al tamarrissimo spogliarellista di turno. Come per magia, la salutista del gruppo si ritrova a leccare un bicipite ricoperto di olio di palma, la vegana si scatena al grido di “Viva il manzo!”. La fashion victim raccoglie la camicia di flanella a quadri rossi e blu dello spogliarellista e la indossa sopra al suo abitino in Principe di Galles. La serata finisce così, in un tripudio di perdita di dignità.
Vi suggerisco un’alternativa.
L’8 Marzo, festeggia “da uomo”.
L’8 Marzo dovrebbe essere il simbolo della parità dei sessi, ricordo, per la cronaca, che è cosa non ancora raggiunta e ancora ben lontana.
Donna, celebra il tuo saper essere anche uomo.
L’8 Marzo, cambia le gomme della macchina, togli le invernali e metti quelle estive, fai benzina al self, porta fuori l’immondizia, vai allo stadio e piazzati in curva sud durante il derby. Tira su un muretto in giardino inveendo come un muratore bergamasco perché la malta è venuta troppo densa.
Invita le tue amiche e insieme fate qualcosa da uomo: grigliate costine come neanche alla sagra della porchetta di Frascati, andate al bar a giocare a biliardo con gara di birra e salsicce. Sfidatevi in un torneo alla Play Station di Fifa o Call of Duty, mettetevi in pantaloncini corti e infradito davanti alla tv a guardare un film d’azione. Fate l’haka in salotto.
Fate tutte quelle cose “da uomo” che in realtà sapete già fare. Cose che magari vi piace anche fare, tutte quelle cose che avete dovuto imparare a fare in tutti i momenti della vostra vita in cui vi siete trovate sole e vi siete dovute arrangiare. Perché un uomo non c’era.
Fate tutte quelle cose da uomo che sapete fare spesso meglio di come le farebbe un uomo.
Fate cose da uomo con le vostre amiche, in gruppo. Divertitevi e comportatevi come se davvero, anche solo per un giorno, il mondo si rendesse conto di quanto oggi una donna sia in grado di vivere senza quel bisogno asfissiante di avere un uomo al proprio fianco.
Dimostrate che non esiste più la dipendenza pratica o economica da un uomo, dimostrate che l’unica cosa di cui avete bisogno, da un uomo, è solo e soltanto il suo amore. E che a letto vi faccia sentire desiderate come uno spogliarellista tamarro che si esibisce in un locale di sole donne, un 8 Marzo qualsiasi.
Anonimo
Giusto!!!!
Chiara Pedrazzoli
Noi per l’8 marzo conciavamo da donne i nostri amici e li portavamo a festeggiare con noi nei locali, va bene lo stesso?